La statua raffigurante Ercole giovinetto, fu rinvenuta il 7 ottobre 1762 nei pressi della chiesa di San Paolo, insieme ad un gran numero di monete di età imperiale romana; e fu, per volontà di Ferdinando IV di Borbone, trasferita nel Real Museo di Napoli.
“Annibale De Leo, arcivescovo di Brindisi, nonchè cultore di storia cittadina, al fine di confermare la presenza del culto di Ercole a Brindisi,così scriveva: …finalmente una statua in marmo bianco rappresentante Ercole imberbe colla clava e colla spoglia del leone, ritrovata entro questa città nel 1762 e quindi trasferita nel Regio Museo di Ercolano… il magistrato brindisino per non perderne la memoria ne fece formare un ritratto di tela, che fu collocato nella Curia de’ Nobili, oggi casa comunale colla…iscrizione del lodato mio zio Ortenzio De Leo” (*)
Ritratto dell’Ercole Brindisino fatto fare da Ortensio De Leo nel 1762
“Nel 1959 il commissario straordinario G. Prestipino, a confermare la tradizione del culto che Brindisi ebbe per l’eroe Ercole, fece intitolare una strada ad Ercole Brindisino,..” (*) E’ noto che proprio tale culto alimenta l’ipotesi che si debba a Brento, figlio di ercole, eroe greco fatto approdare dalla fantasia dei poeti sulle nostre coste, la fondazione della città.
“Una analisi più approfondita della scultura e del suo restauro, eseguito nel Real Museo Ercolanense, subito dopo il trasferimento della statua da Brindisi, nonchè gli scritti tramandatici da Ortensio De Leo “…Ercole colla clava e colla spoglia del leone”, e la raffigurazione del dipinto, oggi nella Biblioteca Provinciale, ci inducono ad ipotizzare un tipo statuario (tramite restauro) diverso rispetto a quello raggiunto con l’integrazione della mano destra che regge i pomi e dei piedi aderenti al piano di base; a meno che non si voglia dar credito a chi afferma che la statua vista dal De Leo non sia quella oggi esposta nel Museo di Brindisi.” (*)
Ercole Brindisino a figura intera lato sinistro
Ercole Brindisino figura intera lato destro
Ercole Brindisino sul piedistallo
Viso dell’Ercole Brindisino
Profilo dell’Ercole Brindisino
Ercole Brindisino di spalle
Vengono quindi introdotte due ipotesi: la prima è che la statua esposta sia la stessa ritrovata a Brindisi che, a seguito delle modifiche fatte per ristrutturarla, regga nella mano destra i pomi delle Esperidi anzichè la clava e i piedi aderenti il piano di base, a causa dell’integrazione del piedistallo; la seconda, che la statua non sia quella effettivamente ritrovata nel 1756, e questo spiegherebbe anche tutte le difficoltà che hanno avuto i dirigenti del museo e i politici locali per riottenerla.
“Nel caso specifico, il gusto per le forme levigate, in contrasto coloristico con le pieghe della leontea realizzate a scalpello e la pettinatura a piccole ciocche incise, fanno propendere per una datazione alla seconda metà del II sec. d.C., anche sulla scorta di confronti che si possono instaurare con sculture di produzione locale.Tale datazione della scultura smentirebbe la tesi di chi sostiene che il reperimento della stessa sia avvenuto fra le ceneri di Ercolano, distrutta, come noto, nel 79 d.C., cioè molto prima che l’opera stessa fosse realizzata.”(*)
Ercole Brindisino con la spoglia del leone
Ercole Brindisino – particolare dei capelli a ciocche
Ercole Brindisino – figura vista da dietro, con i segni del restauro
Anche per soddisfare una legittima curiosità, si ritiene opportuno invitare a visionare di persona la statua e il dipinto, dopo di che ciascuno potrà liberamente trarre le proprie conclusioni tenendo presente che, in ogni caso, la scultura è bellissima, antica, originale, e solo per questo merita una visita al Museo!
(*) Tratto dall’intervento di A. Marinazzo – Soprintendente Onorario Museo Arch. Prov. “F. Ribezzo” sul materiale documentario dell’Ercole Brindisino.
Intervento facebook del 15/09/2020
La statua raffigurante Ercole giovinetto, fu rinvenuta il 7 ottobre 1762 nei pressi della chiesa di San Paolo, insieme ad un gran numero di monete di età imperiale romana; e, per volontà di Ferdinando IV di Borbone, trasferita nel Real Museo di Napoli.
Annibale De Leo, arcivescovo di Brindisi, nonchè cultore di storia cittadina, al fine di confermare la presenza del culto di Ercole a Brindisi e per non perderne la memoria, ne fece formare un ritratto di tela, che fu collocato nella Curia de’ Nobili.
Nel Museo Archeologico Prov. di Brindisi si può leggere questa lettera scritta da Suor Albina Montenegro, benedettina in Brindisi, al Duca di Poggiardo.:
“Dall’epistolario del Duca di Poggiardo Carlo Guarini”
Brindisi 12 ottobre 1762
“Carissimo duca – mi dispiace molto sentirla ancora incommodata col dolore di testa (..) e bisogna dire che sia l’aria che molti si lagnano di questo male. (..) Credo che avrete sapute le notizie di cotesta nostra città che ad una parte che stavano fabricando (e) non più di un palmo avevano cavato, hanno ritrovato quantità di moneta antica, ma non è argento (ma) mischiata argento e rame. (Le monete) compariscono tutte argento, ma l’orefice che l’hanno fatta fare l’esperienza, vi trova il terzo (d’argento) ad ogni pezzo. Ne hanno piene una cassa, senza quella (che) si hanno pigliata. Hanno trovata una statuetta d’Ercole ben fatta (che) mi dicono è tutta di marmo. Il preside la vuole in Lecce, ma non la danno: se la vuole il re in Napoli la mandano, altrimenti restarà qui, che da quella si vede quanto è antica la città e trovaranno più cose, che più sotto ci sono le stanze dove abitavano la gente. Il guaio è che ci sarà grande rumore per la pretensione del preside, e per quella (cassa che) si hanno pigliata, che due marinai degli sciabecchi (di moneta) se ne pigliarono quantità; se fosse tutta argento, sarebbe stata una gran cosa, (ma) essendo rame mischiata, non è cosa di gran rilievo. Le figure che ci sono alla moneta quanto stanno ben fatte! Vi è Giulia Augusta. Giulietta. Severo Pio. Antonino Pio. E molte che non si sentono, e saranno più di 20 maniere: animali vi sono scolpiti, idoli e altre cose. Hanno pensiero che trovaranno più cose (perché) comparisce il luogo come se avessero cogniato (sic). Hanno trovato la fornacetta colli carboni. Qui vi è un bisbiglio grande per questo. Vostra figlia li dà un abbraccio (..)
Sono delle foto eccezionali!
Non si può moderare un giudizio assolutamente positivo: le foto sono un perentorio invito a recarsi al Museo…
[…] spazi già destinati ad uffici, il Museo ha potuto trovare nuove sale e spazi per esposizioni (vedi qui e qui).” […]